Thursday, September 17, 2009

Dom Prosper Gueranger



Dom Prosper Guéranger

Sablé sur Sarthe, Francia, 4 aprile 1805 – Solesmes, Francia, 30 gennaio 1875


Prosper Louis Pascal Guéranger nacque nel 1805 nei pressi dell'ex abbazia benedettina di Solesmes secolarizzata nel 1790 durante la Rivoluzione Francese. Influenzato dall'ultramontanismo di Félicité Robert de Lamennais, nel 1822 decise di entrare in seminario dove si appassionò allo studio della Patristica ed il sette ottobre 1827 venne ordinato sacerdote a Tours e immediatamente nominato canonico del capitolo cattedrale. Distinguendosi dall’uso invalso presso il clero francese, iniziò ben presto ad usare esclusivamente il Messale Romano, diventando così ispiratore del movimento francese di restaurazione liturgica che porterà in seguito alla definitiva scomparsa del rito Gallicano.

L'undici luglio 1833, con il consenso del vescovo di Le Mans, acquistò il vecchio monastero di Solesmes e vi si trasferì insieme ai primi tre compagni con i quali sarebbe diventato il rifondatore dell'Ordine Benedettino che in Francia era scomparso sin dai tempi della Rivoluzione. Nel 1837 si recò a Roma ed il ventisei luglio emise i voti solenni presso l'abbazia di San Paolo Fuori le Mura.


Il primo settembre dello stesso anno, ottenne da papa Gregorio XVI un breve con il quale veniva fondata la Congregazione di Francia dell'Ordine di San Benedetto, essa si costituiva quale erede delle soppresse congregazioni di Cluny, di San Mauro e dei Santi Vitone e Idulfo: Solesmes divenne l’abbazia madre della congregazione e Guéranger ne venne nominato primo superiore generale.

All'interno del suo progetto monastico e di ritorno alle forme liturgiche dell'antichità cristiana, dom Guèranger affrontò con entusiasmo, quale primo e necessario passo, la restaurazione del canto gregoriano. Con l'aiuto e i consigli del canonico Gontier, prese anzitutto in considerazione il problema dell'esecuzione e chiese ai suoi monaci di rispettare, secondo la tradizione, il primato del testo soprattutto per quanto riguarda pronuncia, accentazione e fraseggio. In pochi anni lo stile esecutivo venne sensibilmente migliorato ed il piccolo monastero cominciò a fare scuola.

Nel 1860, dom Prosper affidò ad un suo monaco, dom Paul Jausions, il compito di restaurare anche le melodie autentiche: iniziò così una immane quanto affascinante impresa di copiatura dei più antichi manoscritti di canto gregoriano. La scuola di Solesmes negli anni proseguì sotto la guida di Joseph Gajard e di Eugéne Cardin sempre ponendosi l'obiettivo di scoprire e rendere sempre più accessibile il tesoro delle melodie gregoriane. A loro si deve, tra gli altri, il grande merito di aver scoperto e di avere chiarito le leggi che regolano la scrittura dei neumi primitivi e, soprattutto, le prime pubblicazioni del Graduale romanum del 1908 e dell'Antiphonarium romanum del 1912 che sono alla base del Liber Usualis, fino alla pubblicazione del Graduale Triplex del 1979 e del Liber hymnarius del 1983.

Grande figura di monaco del secolo XIX, dom Prosper Gueranger dovrebbe oggi essere ancor più conosciuto e approfondito, in particolare da coloro che si sentono legati alla forma straordinaria del rito romano e intendono salvaguardarla e diffonderne lo studio e l’utilizzo. Dalla sua azione e dalle sue opere chiunque può cogliere validi strumenti sia per penetrare sempre di più il significato autentico della sacra liturgia cattolica sia per comprendere la particolarmente delicata situazione attuale; non dimentichiamo che uno dei suoi meriti più alti fu la restaurazione della liturgia romana, in particolare della santa messa, in tutte le diocesi francesi ove nei secoli XVII e XVIII erano invalsi molti riti particolari inficiati da influssi gallicani e giansenisti. Egli fu scrittore fecondo intorno alle questioni religiose più dibattute della sua epoca ma espresse il suo genio particolarmente in campo liturgico componendo due opere fondamentali e divenute presto classiche: Les institutions liturgiques (3 voll., Paris, 1840-1842, 1851, II ed. 1878) e L'année liturgique (9 voll., Le Mans, 1841-1866) terminato dal suo discepolo dom L. Fromage.

Il capitolo XIV delle Institutions liturgiques che titola "De l'hérésie antiliturgique et de la réforme protestante du XVIe siècle, considérée dans ses rapports avec la liturgie" costituisce una possente sintesi storica e dottrinale della secolare ribellione contro la liturgia. Per l’autore, i principi che stanno dietro all'eresia antiliturgica sono sempre i medesimi, anche se si ritrovano in sette e in movimenti di pensiero molto diversi: dal manicheismo, al luteranesimo, al giansenismo e al quietismo. E non si può certo non notare come la sua elencazione ben si potrebbe integrare con movimenti sorti in seguito quali il modernismo. Egli, attraverso una dettagliata analisi, dimostra che gli errori nella sostanza sono sempre i medesimi più volte riproposti. Il confronto tra queste pagine - che talora sembrano addirittura profetiche - e la realtà attuale sorge spontaneamente immediato. Si pensi, ad esempio, alla dibattuta questione, apparentemente solo formale, dell’abbandono del latino avvenuta nell’applicazione pratica dell’ultima grande riforma liturgica, quella seguita al Concilio Vaticano II: Guéranger aveva a suo tempo acutamente osservato che un tale fenomeno avrebbe determinato la diserzione delle funzioni religiose da parte dei fedeli, in quanto avrebbe fatto perdere alla liturgia il suo carattere sacro (n. 8); ebbene, oggi che il latino è quasi completamente scomparso dalle nostre chiese e ciò è stato innegabilmente accompagnato dal crollo generale della pratica religiosa, del quale fuor di dubbio è una delle tante e multiformi cause, possiamo direttamente verificare quanto fosse valido e veritiero il lavoro di dom Prosper.

Il grande abate di Solesmes, animato da forza incrollabile nella difesa della verità cattolica, ci fa intravedere ancora quali pericoli ci minacciano, quali ulteriori danni potranno colpire in futuro la santa liturgia ma nel contempo ci indica la via sicura per combattere l’attuale diffusa decadenza: un serio percorso di ritorno alle forme della tradizione, dove ritorno non significa riproposizione nostalgica ma studio profondo e valorizzazione critica. Esse non sono perdute, attendono nella loro suprema bellezza di dischiudere ancora all'uomo le realtà celesti.


Autore: Emanuele Borserini

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